Un decalogo per il riuso di Roberto Tognetti
Contributo per il XIII meeting italiano della Rete Città Sane. “Vuoti urbani? Rigenerazione delle aree pubbliche come opportunità di salute”. Genova, 2 e 3 Luglio 2015
- Inversione del rapporto contenitore e contenuto (il contenuto è in linea di massima più importante del contenitore, ovvero il contenitore senza contenuto perde in tutto o in parte la sua legittimazione di riuso)
- Tendenza a modificare e/o ribaltare la teoria del valore applicata agli immobili e ai luoghi abbandonati o sottoutilizzati (patrimonio da trasformare da “liability” ad “asset”)
- Necessità di socializzare il progetto (progettazione e/o pianificazione partecipata, co-progettazione, co-design)
- Il tempo è una variabile sempre più strategica e indifferibile. È indispensabile determinare in tempi brevi o brevissimi le forme di riuso temporaneo (definibile anche come “progetto dell’attesa”)
- Il “progetto” diventa “processo”: pur mantenendo una strategia forte e definita, evolve in paradigma fluido che si adatta alle circostanze. Le relative regole assurgono a codice del mutamento. Il cantiere da “mezzo” diventa in tutto o in parte un “fine”
- La partecipazione della comunità locale e/o di una o più comunità di interessi conferisce forza e vitalità al progetto
- Politiche pubbliche aperte e non impersonali (cittadinanza attiva, beni comuni, contaminazione tra rigenerazione urbana e socio-economica)
- Applicazione del principio “più usi meno paghi”, in termini etici, operativi e fiscali
- Utilizzo creativo dei titoli edificatori (la qualità e la bellezza come nuovo e unico “onere di urbanizzazione”). Riferimento al Costituto di Siena del 1309: fra li studii e solicitudini che procurare si debbono per coloro, che intendono al governamento de la città, è quello massimamente che s’intenda a la bellezza della città, perché la città dev’essere onorevolmente dotata et guernita, tanto per cagione di diletto e allegrezza ai forestieri, per onore, prosperità e accrescimento della città e dei cittadini
- Semplificazione “vera” basata sulla sussidiarietà e non solo dichiarata. Poche regole su princìpi chiari. Si a riforme quadro, no a nuove leggi settoriali (in molti casi basta il codice civile e….. i 10 comandamenti)